Il cervello autistico

Nonfiction, Health & Well Being, Psychology, Mental Health
Cover of the book Il cervello autistico by Temple Grandin, Adelphi
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Author: Temple Grandin ISBN: 9788845974816
Publisher: Adelphi Publication: June 4, 2014
Imprint: Adelphi Language: Italian
Author: Temple Grandin
ISBN: 9788845974816
Publisher: Adelphi
Publication: June 4, 2014
Imprint: Adelphi
Language: Italian

Nel 1947, quando è nata Temple Grandin, l'autismo era stato appena battezzato e descritto da due psichiatri, che lo leggevano da prospettive pressoché opposte: Leo Kanner sembrava considerarlo un'ir­reparabile tragedia, mentre Hans As­per­ger era convinto che potesse essere compensato da qualche aspetto positivo, ad esempio una particolare originalità del pensiero e dell'esperienza, che con il tempo avrebbe magari condotto a conquiste eccezionali. Oggi, a distanza di settan­t'anni, il disturbo dello spettro autistico è più diffuso che mai, e viene diagnosticato a un bambino su ottantotto. Nel frattempo, tuttavia, gli studi si sono spostati dalla mente autistica al cervello autistico, dai reami della psicologia – che in passato colpevolizzava le «madri frigorifero» per carenza d'affettività – a quelli della neurologia e della genetica. Intessendo la sua esperienza personale con l'illustrazio­ne delle ultime ricerche sulle cause e i trattamenti del disturbo, Temple Grandin, coadiuvata da Richard Panek, ci introduce agli avanzamenti del neuroimaging a risonanza magnetica e agli effetti trasformativi indotti dal nuovo ap­proccio terapeutico mirato ai singoli sintomi che sta sostituendo le diagnosi «a taglia unica» di un tempo. Ma soprattutto ci aiuta a percepire l'autismo come modalità esistenziale al­ternativa, con peculiarità sociali e percettive che sono semplicemente diverse da quelle dei neurotipici e che, adeguatamente trattate e valorizzate, possono condurre a una vita del tutto coerente, e persino straordinaria. "Il cervello autistico" è non solo un aggiornatissimo resoconto di progressive acquisizioni cliniche, ma anche un viaggio all'interno di dinamiche ideative sorprendenti, come il particolare tipo di visualizzazione che consentì a van Gogh di rappresentare nella "Notte stellata" un «flusso turbolento» – quarant'anni prima che i fisici ne definissero la formula.

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Nel 1947, quando è nata Temple Grandin, l'autismo era stato appena battezzato e descritto da due psichiatri, che lo leggevano da prospettive pressoché opposte: Leo Kanner sembrava considerarlo un'ir­reparabile tragedia, mentre Hans As­per­ger era convinto che potesse essere compensato da qualche aspetto positivo, ad esempio una particolare originalità del pensiero e dell'esperienza, che con il tempo avrebbe magari condotto a conquiste eccezionali. Oggi, a distanza di settan­t'anni, il disturbo dello spettro autistico è più diffuso che mai, e viene diagnosticato a un bambino su ottantotto. Nel frattempo, tuttavia, gli studi si sono spostati dalla mente autistica al cervello autistico, dai reami della psicologia – che in passato colpevolizzava le «madri frigorifero» per carenza d'affettività – a quelli della neurologia e della genetica. Intessendo la sua esperienza personale con l'illustrazio­ne delle ultime ricerche sulle cause e i trattamenti del disturbo, Temple Grandin, coadiuvata da Richard Panek, ci introduce agli avanzamenti del neuroimaging a risonanza magnetica e agli effetti trasformativi indotti dal nuovo ap­proccio terapeutico mirato ai singoli sintomi che sta sostituendo le diagnosi «a taglia unica» di un tempo. Ma soprattutto ci aiuta a percepire l'autismo come modalità esistenziale al­ternativa, con peculiarità sociali e percettive che sono semplicemente diverse da quelle dei neurotipici e che, adeguatamente trattate e valorizzate, possono condurre a una vita del tutto coerente, e persino straordinaria. "Il cervello autistico" è non solo un aggiornatissimo resoconto di progressive acquisizioni cliniche, ma anche un viaggio all'interno di dinamiche ideative sorprendenti, come il particolare tipo di visualizzazione che consentì a van Gogh di rappresentare nella "Notte stellata" un «flusso turbolento» – quarant'anni prima che i fisici ne definissero la formula.

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